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In provincia di Catanzaro

Ha una pianta quadrangolare. Distribuita su due livelli. Al secondo si accedeva per una scala esterna ad arco che finiva su un ponte levatoio, ormai scomparso. Il pian terreno è ancora in buone condizioni. Un grosso pilastro al centro la mantiene ancora in piedi. Al suo interno resti e indizi di un passato recente. Fino a dieci anni fa, secondo l’indagine della procura di Catanzaro. Campeggia sulla parete una figura androgina. Tre corna sulla testa. Quella centrale conserva ancora i motivi del fuoco. La fiaccola di Lucifero. Ali di corvo. Seno femminile. E piedi caprini. Il caduceo ermetico (che rappresenta il principio panteista che fa coincidere il bene e il male), al posto dei genitali, è ormai consumato dal tempo. E’ l’immagine simbolo dell’ “Ordine del triangolo nero”, una setta satanica. Era lì, quasi certamente, che si riunivano i suoi seguaci una o due volte al mese per “celebrare le messe e i vari riti in onore di Satana”. Il virgolettato appartiene al testo di un sito internet, oscurato dopo pochi mesi dalla sua creazione e fondato da uno studente di Catanzaro che si faceva chiamare “Zergo”. Sull’home page c’era scritto: “Noi crediamo realmente nell’esistenza di Satana, ma non come raffigurazione di noi stessi, bensì come vero dio al quale riportiamo adorazione”

Il triangolo nero dentro al cerchio loro dicono che: “rappresenta l’adorazione dell’uomo verso i piaceri della carne e del sangue”. A tal proposito è anche interessante quanto afferma, sempre nel loro sito, Alucard, un adepto: "sono un ‘Adoratore del Sangue’: Me ne cibo e lo considero molto stimolante nei rapporti intimi". Il sangue è la parte dell’uomo che contiene il principio vitale, anche per i satanisti. Bevendolo si può acquistare, secondo loro, la sua soprannaturale qualità. Il triangolo è, per i satanisti, uno strumento per la manifestazione degli spiriti, rappresenta la trinità, intesa come tripla natura del nostro mondo (mentale, psichica e fisica). Non possono mancare le croci capovolte che simboleggiano “l’opposizione alla croce di Gesù Cristo”. E poi altre scritte di difficile interpretazione. Dei piatti di plastica testimoniano un banchetto di poco tempo fa. Forse degli aderenti? L’inchiesta da lì si sparse a macchia d’olio in tutta la provincia di Catanzaro. Ad Acconia, frazione di Curinga, gli investigatori scoprirono in un edificio d’origine medievale gli ingredienti di una messa nera fresca fresca. Un gatto nero sacrificato per la causa: l’inneggio a Santana, incorniciato da una stella a cinque punte, appeso alla parete. Al centro del salone una tavola disegnata per terra. Secondo l’esperto si tratta di un’“Ouija”, caratterizzata da lettere e numeri. Che serve per “far comunicare con gli spiriti” il membro designato dalla setta, una sorta di “channel”, cioè colui che “ha la capacità di aprire un canale tra questo mondo e gli altri”. Un circolo magico a tutti gli effetti. Pericoloso, avvisa la Chiesa cattolica, perché si rischia di cadere in balia del demonio, oltre che del peccato, s’intende. La Costituzione, invece, garantisce la libertà di culto, a patto che non vengano compiuti atti che violano le norme penali. E durante i riti satanici gli abusi sono il piatto principale. Abusi psicologici, fisici, sessuali, fino ad arrivare all’omicidio. Non solo, ma il vilipendio dei cadaveri risulta un passo importante per inneggiare all’angelo decaduto. E nel cimitero di Santa Maria, giù dalla Torre Cavallara, in quello stesso periodo, diversi furono gli episodi di profanazione delle tombe, con delle sorprese. Organi di animali ancora sanguinanti e carcasse di povere bestie carbonizzate e all’uopo innalzate come la Croce di Cristo.

Non solo nella città di Catanzaro, ma segni di presenza di rituali satanici furono ritrovati anche nelle cosiddette “casematte”, le fortificazioni belliche seminterrate della seconda guerra mondiale, di cui è cosparsa tutta la provincia.

Lì, nei pressi della Torre, guardando verso il mare s’intravede una Croce. E’ issata su un traliccio senza più cavi. Pare che sia stata fatta innalzare da uno dei proprietari dei terreni limitrofi. L’una di fronte all’altra. Si osservano e si sfidano. Il bene e il male.






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