Passeggiavo nel parco, era tardi.
Ero immerso nei miei pensieri, mani in tasca e giacca sulle spalle.
Un'altra serata buttata, un altro fallimento, l'ennesimo due di picche.
La mia timidezza è ormai un muro insuperabile, rovina sempre tutto.
C'era anche lei alla festa, era lì, bellissima.
Lei era diversa, era speciale.
Ero follemente innamorato di lei, ma non son mai riuscito a parlarle.
Lei sapeva, sapeva ciò che provavo, ma non faceva nulla, rimaneva lontana, e ogni tanto mi osservava.
Lei, lei, lei. Dannata timidezza.
Passeggiavo nel parco, era quasi l'alba.
Stavo lì a fissare gli alberi, a guardare quello scuro cielo diventare pian piano bianco e poi celeste.
Sentivo il lieve vento accarezzarmi la faccia, sibilare tra i rami.
Camminavo quando la vidi, mi aspettava, era lì per me.
Mi bloccai, lei mi fissava, i suoi occhi erano completamente neri, profondi, taglienti.
"Oh no" pensai.
Avevo i crampi allo stomaco, avevo paura, non riuscivo a muovermi.
Lei si avvicinava, io rimanevo lì, immobile, senza riuscire a parlare, né a muovere un muscolo.
Camminava in modo sensuale, paradisiaco, era impossibile non innamorarsi di lei.
Era davanti a me. Il mio cervello era in tilt, impazzivo.
Era bellissima, aveva un fiocco nei capelli, i primi raggi del sole rendevano la sua pelle quasi trasparente, diafana.
Riuscii a parlare, ma le mie parole uscirono strozzate: "Rose, ti prego..."
Ero terrorizzato.
Lei sorrise, mi accarezzò la guancia con la mano sinistra.
Poi alzò il braccio destro, e...