Creepypasta Italia Wiki
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Non so se qualcuno sano di mente e soprattutto umano riesca a leggere questa lettera. Comunque sono speranzoso, e vi lascio qui le mie memorie, prima che la PokéFollia colpisca anche me.

È iniziato tutto con degli studi del professor Oak, qualche tempo fa. Nonostante fossi un allenatore, il prof. Oak mi ispirava, e mi affascinavano i suoi studi sull'affascinante mondo di queste creaturine dette Pokémon. E lui era determinato a sapere tutto il possibile su di loro.

Io ed il prof. decidemmo di andare a Johto a studiare le Rovine d'Alfa, in modo da capire qualcosa di più sugli Unown. Per esempio, sapere secondo che criterio vi erano più Unown a forma di una determinata lettera rispetto ad altri, le loro potenzialità in lotta, eccetera...

Ci siamo trasferiti, io ed Oak, a Johto per un po'. Accampati vicino alle Rovine, sembrava che non avessimo possibilità di perdere di vista questo luogo, né di perderci nel tentativo di raggiungerlo. Fosse stato vero. Dopo una settimana di noiose osservazioni, ci siamo mossi, sotto la luce del giorno, sul sentiero delle Rovine per avere un contatto con questi Pokémon. Ma eravamo riusciti a perderci, ed entrati in una zona a noi sconosciuta, sono avvenuti degli strani eventi.

In questa zona vi erano numerosi templi: era simile in tutto e per tutto alle Rovine di Alfa, e fu ciò a farci credere di essere nel luogo giusto. Mi avvicinai ad una costruzione, e quando misi un piede sulla soglia cominciò a piovere.

"Diamine". Entrai per ripararmi dalla pioggia. "Prof., venga dentro"

Una volta dentro, accendemmo le torce elettriche: in qualche modo ciò infastidì gli Unown della zona, perché fuggirono non appena ebbi avuto la possibilità di vederli. Analizzata l'area, trovai una tavoletta scritta in una lingua che non riconobbi subito. Anche Oak fece fatica ad identificarla, così decidemmo di tornare a Kanto e portarcela dietro. Smontate le tende dopo ore di ricerca dell'accampamento, prendemmo il traghetto, stranamente vuoto, e tornammo a Biancavilla. Ma per tutto il viaggio ebbi l'impressione che qualcosa mi seguisse...

Appena arrivati in laboratorio analizzammo le scritte sulla tavoletta. Era alfabeto Braille, quello usato dai ciechi, e deciframmo in fretta il testo. In poche parole, narrava di un allenatore che, a scopi malvagi, tentò di utilizzare l'immenso potere degli Unown per arrivare ai tre cani leggendari. Ma gli Unown, accortisi del pericolo, lo trasformarono in un Pokémon.

La tavoletta non diceva altro. Decisamente una storia singolare, ma eravamo eccitati da questa scoperta: ora sapevamo che questi Pokémon misteriosi avevano molto più potere degli altri Pokémon che popolano il mondo. Ancora eccitati, decidemmo di tornare a casa, essendosi fatto abbastanza tardi. Lì comincia la vera storia.

E' necessario sapere, prima di continuare a leggere, che mia madre morì l'anno prima a causa del veleno di un Seviper selvatico. La cosa mi addolorò, e rimasi da solo al mondo, non sapendo l'identità di mio padre. Il giorno in cui traducemmo le iscrizioni, tornato a casa, trovai una porta che non avevo mai visto. Ero sicuro che prima del mio viaggio non ci fosse mai stata, e la curiosità mi spinse ad approfondire questa storia. Entrai dentro e trovai qualcosa di sconcertante: in casa mia c'erano delle antiche rovine

Decisi di prendere la torcia e cominciare a dare una piccola ispezione del locale prima di andare in laboratorio. Le pareti erano in muratura, vi erano scale e varie iscrizioni sui muri. Tutti ricordava le Rune di Alpha.

Le scritte sui muri erano in Unown, le stesse trovate a Johto. La cosa che mi incuriosì fu una tavoletta su una roccia. Era scritta in braille anche questa, ma a differenza della prima era molto più grossa, e si poteva notare una piccola iscrizione sul retro. Fu l'unica iscrizione che riuscii a tradurre sul momento: vi era scritto "Seconda parte"

Subito mi precipitai al laboratorio, ed analizzata la tavoletta, scoprimmo la "seconda parte" di questo testo. Una volta ottenuta la traduzione, era evidente che questa prova da me ritrovata doveva essere insieme a quella trovata col prof. Ancora si parla di questo allenatore diventato Pokémon. Ma le scorribande di quest'ultimo continuavano, più violente di prima. Fu così che gli Unown decisero di imprigionarlo. Ma quest'ultimo, a causa della trasformazione, invecchiava, a differenza degli altri Pokémon. Dopo la sua morte, il cadavere si ridusse in polvere e si sparse in aria. Fu così che gli Unown nascosero questa polvere, dopo averla raccolta con i loro poteri psichici, dentro la tavoletta da me ritrovata, e nascosta in un luogo introvabile, il cui accesso era possibile solo dopo la rivelazione della porta ad opera degli Unown.

Cercammo un vano dentro la tavoletta. Lo trovammo e lo sfilammo. Decisamente un grosso errore. Una folata di polvere inondò la stanza ed uscì all'esterno. Dopo un giorno, dei Pokémon cominciarono ad attaccare senza pietà gli esseri umani. Non sapevamo come spiegarcelo...

Nascosti nel laboratorio, io ed il professore cercavamo una soluzione al problema. Ma come una bufera, la nostra punizione per aver liberato le polveri del defunto Pokémon arrivò. Gli Unown, chiaramente infuriati, apparirono e ci accerchiarono. Oak fuggì, ma venne mangiato vivo da un gruppo di Rattata lì fuori. Ormai da solo, non immaginavo ciò che sarebbe potuto succedere... Non immaginavo di prendere la forma di uno Staraptor. La cosa, nonostante ami questo tipo di Pokémon, mi dà i brividi...

Ora sono qui, a scrivere con le mie zampe, in attesa. In attesa di qualsiasi cosa possa succedere, qualcosa che possa far terminare questo incubo, o qualcosa che possa renderlo più terrificante. Mi sembra di sentire la voce di quel pazzo nella mia testa. Mi dice di uccidere, uccidere senza pietà. Ma io non cadrò a questo impulso, non finché rimarrò barricato qui dentro la laboratorio.

Unown

Unown


Accidenti, ho fame e sto uscendo matto. Quell'allenatore lì fuori va avanti ed indietro da un pezzo, tirando ball contro tutti i Rattata che arrivano. Ora esco fuori e gli spezzo le ossa...

Così potrò cercare di levarmi dalla testa questa voce.

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