Creepypasta Italia Wiki
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Ho appena terminato il mio lavoro. Al solito sono stanco. Dopotutto non è un lavoro per tutti. Non è un lavoro facile. Per niente. Sono soddisfatto anche oggi, ma c’è qualcosa che non va. Non riesco a capire cosa. Ma qualcosa non ha funzionato, o meglio non è andata come doveva. Ma è solo un presentimento. Forse mi sbaglio.

Cammino e ammiro il mio capolavoro. Riguardo i corpi, o a volte quel resta di essi, degli insetti che ho dovuto uccidere oggi. È questo il mio lavoro. Qualcuno mi chiama, mi mostra il luogo e senza darmi motivazioni né modalità, mi dice di agire. Ed io agisco. A volte mi diverto a sperimentare nuovi metodi. A volte resto sullo standard. Dipende. Dipende da quanti sono. Dove sono. E che voglia ho di perderci tempo. Alcune volte mi ingegno proprio, e riguardando il risultato mi sento molto orgoglioso di me. Lo so, forse sembrerò un po’ troppo autoreferenziale. Ma basta guardare i risultati. I numeri sono dalla mia parte. Ne ho uccisi di piccoli ed insignificanti esserini. Eppure stasera ho una strana sensazione.

Alcuni a volte tentano di scappare, si nascondono o almeno ci provano. Ma nessuno mi sfugge. Dopotutto se continuano ad affidarsi a me è perché sono il più bravo. So come cercarli. So dove trovarli. So come attirarli nelle mie trappole e nei miei giochetti. Come ho già detto, spesso mi piace sperimentare nuove cose. Faccio leva su tutto quello che li può indurre in tentazione. Non sono così diversi da me. Altre volte si eliminano da soli, o tra loro, o muoiono in modi buffi e banali. Che carini. Mi semplificano il lavoro. Lavoro che mi viene comunque riconosciuto. Ci vivo di questo lavoro. E mi piace anche. A qualcuno potrebbe non piacere, potrebbe disgustare. E forse all’inizio nemmeno io ne ero molto entusiasta. Ma qualcuno lo deve pur fare, e soprattutto in qualche modo devo pur vivere. Non so fare molto altro. E mentre rivedo nella mia mente alcune scene di caccia una sensazione mi tormenta.

Forse me ne manca qualcuno. Forse uno o più di questi miserabili insetti è riuscito a sfuggire alla mia vista. Forse si nasconde bene. O forse no. Forse è solo una sensazione sbagliata. Forse è la stanchezza. Eppure io ho una sorta di sesto senso per queste cose. È anche per questo che sono bravo. È come se avvertissi la loro presenza anche se non li riesco a percepire con i comuni sensi. Occasionalmente ho la sensazione che alcuni di loro tentino di implorarmi. Ma come faccio? E poi, non posso mica comprenderli! Magari riesco pure a sentire nella mia mente i loro versetti e ad immaginare cosa stanno tentando di comunicarmi. Ma non posso capire. Non conosco i loro linguaggi, seppure siano tra i più disparati. Nemmeno posso comprendere le loro gestualità. Io non sono come loro. Posso immaginare che in quegli istanti essi possano provare terrore, paura, od anche semplice consapevolezza di ciò che sta loro per accadere. Tutto qua. Null’altro. E all’improvviso la mia sensazione si tramuta in realtà.



Eccolo. Ti ho visto, mi dico. Non puoi sfuggirmi. Sapevo che ce ne era un ultimo. Così posso tornare a casa tranquillo. Posso andare a riposare dopo una giornata così stancante. Ed anche questa volta il cliente sarà soddisfatto. Lo sterminatore di insetti è infallibile. Penso che forse mi servirebbe uno slogan, sai, per vendermi meglio. Io l’ho visto, ma lui no. È inconsapevole, forse. O se ne è accorto. Non lo so. Talune volte ho anche pensato che uno in più, o uno in meno, non faccia molta differenza. Tanto non tutti se ne accorgono. Posso sempre dire che mi è sfuggito. Che è scappato. Che si era nascosto bene. O che quando sono passato io, non c’era. Forse è venuto dopo. Forse, forse, forse. Troppi forse. Facciamola finita anche per stasera e torniamo a casa. Ne risparmierò uno carino la prossima volta. Ma non oggi. Mi avvicino a lui. Sono alle sue spalle. Lo sfido: “Ti sei accorto di me?”, “Sai che sono qui?”, “Sai che sono qui per te?”. Ma non penso che mi comprenda. Non penso che sappia. Sicuramente non lo sa. Non se ne accorgerà nemmeno. È così intento a guardare il suo stupido schermo, a leggere questa stupida storia!

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