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«Signore, si calmi! È meglio che ne parliamo in privato», sussurra, «Non vorrei che i suoi bambini lo sentissero»
 
«Signore, si calmi! È meglio che ne parliamo in privato», sussurra, «Non vorrei che i suoi bambini lo sentissero»
   
«Ok», si gira verso i suoi famigliari, «Aspettatemi due minuti. Arrivo tra poco»
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«Ok», si gira verso i suoi familiari, «Aspettatemi due minuti. Arrivo tra poco»
   
 
I due uomini si dirigono dietro a un angolo.
 
I due uomini si dirigono dietro a un angolo.

Versione delle 18:12, 28 giu 2016

Un uomo di mezza età si precipita al canile.

È preoccupato. Vuole spiegazioni. Sa solo che la polizia ha sequestrato il suo cane dopo aver interrogato la sua famiglia per ore.

Non trovando nessuno ad accoglierlo, inizia a urlare e a colpire il banco della segreteria con i pugni.

È solo.

Dopo dieci minuti, arrivano anche la moglie e tutta la prole, comprese le sue due figlie maggiori.

Tutti vogliono una cosa. Tutti vogliono parlare con il veterinario.

Lui sa che il veterinario lo ha incarcerato in una gabbia angusta. Lo sa perché molte volte quell’uomo spregevole aveva provato a convincerlo riguardo alla pericolosità del suo adorato cane, sostenendo che quel dolce cucciolone fosse pericoloso per i suoi bambini. Sa che è stato lui a dare l'ordine. Sa che il veterinario è nel canile. Sa che sta facendo di tutto per restare nelle stanze private, lontano da lui.

Finalmente, arriva il veterinario. Tiene molte scartoffie tra le mani e sta parlando con un’aiutante. Si blocca appena li vede. Fa per tornare dentro, ma il patriarca lo vede e lo richiama.

«Ehi!», urla furibondo, «Sì, proprio tu! Dove cazzo credi di andare? Pensi non ti abbiamo visto?! Torna qui! Stronzo»

Il pover uomo, dopo aver lasciato i documenti alla giovane donna, si vede costretto a dirigersi verso quella famiglia, anche se ha sulla coscienza un grave peso.

«Buonasera, signori», si sforza di sorridere cordiale, «In cosa posso esservi utile?»

La famiglia lo fissa arrabbiata e muta. Solo il patriarca parla.

«Dov’è il mio cane?», latra l’uomo, «Perché cazzo lo avete rapito?»

«Mi scusi, ma ho dovuto farlo. Dopo quello che aveva fatto…»

«Perché? Cosa ha fatto?». Cerca di controllarsi, ma comunque gli scappa un ringhio.

«Signore, si calmi! È meglio che ne parliamo in privato», sussurra, «Non vorrei che i suoi bambini lo sentissero»

«Ok», si gira verso i suoi familiari, «Aspettatemi due minuti. Arrivo tra poco»

I due uomini si dirigono dietro a un angolo.

«Allora?», chiede il padre.

«Come le avrà già sicuramente detto la polizia, è stato trovato mentre sbranava un cadavere!»

Temendo per il peggio, il proprietario del cane urla: «Lo avete soppresso?!»

«Ho dovuto farlo. Mi spiace»

Scioccato, il patriarca ritorna alla sua famiglia con le lacrime agli occhi.

«Quello stronzo ha soppresso Billy perché gli davate gli avanzi della cena.»